Scherzosamente rispondo: “figurati, non c’è alcun giudizio, solo un fatto oggettivo. Comunque…” e poi abbiamo proseguito la conversazione.

È un semplice fatto accaduto in meno di 10 secondi. Ci siamo poi abbracciati e salutati affettuosamente ma questa scena, che sembra innocua, testimonia una proiezione inconscia importante. Il ragazzo in questione – che mi ha fatto piacere conoscere e che in verità mi ammira – è come se mi avesse detto: “se io avessi usato le tue parole lo avrei fatto con giudizio e quindi anche tu provi quello che proverei io.”

Dietro a questa proiezione inconscia c’è l’Anima che chiede come fare per uscire dal giudizio, ma la personalità prende questo impulso e lo utilizza per rafforzare il suo senso del giudizio, con affermazioni simili a queste: “ti faccio notare che hai giudicato ma non mi accorgo che ti sto giudicando …perché io non mi sopporto quando giudico!”

 E poi: “se anche gli altri giudicano come giudico io e provano quello che provo io, allora non sono poi così sbagliato… sono come tutti gli altri e tutti gli altri sono come sono io.”

Ma se gli altri non reagissero come noi e non provassero quello che proviamo noi, cosa saremmo costretti a fare?

Forse saremmo costretti a prendere coscienza del fatto che quello che viviamo e che sentiamo è PERSONALE ed è unicamente nostro?

Per vedere bene cosa provano gli altri dobbiamo conoscere bene cosa stiamo provando noi e discernere.

So bene che anche questo articolo verrà letto con giudizio e con la percezione che abbia avuto fastidio nel vivere l’esperienza descritta, ma vi posso assicurare che mi ha divertito molto la situazione e la sto scrivendo con il sorriso in volto e la serenità nel cuore. Solo che mi è difficile descrivere uno stato verticale nel mondo orizzontale.