Immaginiamo di essere in compagnia di una bimba e di sua madre.
La bimba è piccola ed è nel seggiolone, mentre la madre la sta imboccando per farla mangiare.
Come spesso accade, i bambini – siccome non hanno ancora sviluppato un mentale dignitoso, altrimenti ci manderebbero a cacare! – vengono distratti con semplici mosse e giochetti che li fanno sorridere, o che comunque li distraggono mentre il cucchiaino con le verdurine cerca di entrare nella loro bocca.
Decidiamo di riproporre un classicone: il furto del nasino!
Dunque avviciniamo la nostra mano al nasino della bimba, facciamo finta di prenderlo e le chiediamo: “di chi è questo bel nasino?”
Lei prima si stupisce e non capisce bene cosa sta succedendo, ma vedendo che sorridiamo, per emulazione, sorride a sua volta.
Dopo una o due volte che ripetiamo “il furto del nasino”, nel momento in cui le riprendiamo il naso e facciamo finta di mangiarcelo, la bambina si rattristisce e incomincia a piangere.
Questo è un momento importantissimo per l’educazione di un bambino, poiché i micromovimenti facciali e le micro-espressioni emotive e mentali del genitore, possono condizionare la vita del piccolo per moltissimi anni, creando delle vere e proprie basi educative.
Se in quel momento la madre non giudica il nostro comportamento come “scorretto”, se non vede cattiveria nelle nostre azioni e semplicemente sorride serenamente alla bimba, dicendole che non è successo niente ma continuando ad esortarla ad aprire la bocca per mangiare, allora la bimba imparerà a osservare che i suoi umori sono solo ed esclusivamente suoi e tenderà a non incolpare così tanto l’esterno in futuro, prendendosi sempre più le sue responsabilità.
Se invece la madre si ingrugnisce, se dà la colpa a noi dicendo alla bambina che siamo “brutti e cattivi” perché l’abbiamo fatta piangere e che “non si fa così con una così bella e brava bambina”, allora il giudizio della madre andrà ad insinuarsi nei corpi sottili della bimba, andando a creare in lei una prima sensazione di “giudizio negativo” nei confronti del prossimo. Questo primo seme germoglierà presto e andrà a sedimentarsi sempre più nella mente, nelle emozioni e nel corpo del piccolo, tutte le volte che si ripeterà una situazione analoga: con lo spigolo del comodino, con lo stipite della porta, con il padre, con il compagno di banco, con la biciletta, ecc.
Nel complesso, non è successo nulla di sbagliato né di grave, sono situazioni che si vivono giornalmente se si hanno figli. Ma è importantissimo osservare le micro-espressioni di giudizio che emaniamo all’esterno, in modo da comprendere bene cosa stiamo trasmettendo ai bambini.
Comprendete perché è indispensabile svolgere un Sacro e costante Lavoro su di sé?
Altrimenti come faremo ad osservare le millimetriche sfumature del giudizio che emaniamo?
I bambini non imparano tanto da ciò che diciamo, piuttosto sono dei cecchini ad osservare le nostre micro-reazioni e ad apprendere più da ciò che SIAMO e da ciò che emaniamo.
Siate Vigili, almeno in presenza dei più piccoli.