La Conoscenza, il ricordo e la ripetizione
Ci sono molte differenze tra la Conoscenza, il Ricordo e la ripetizione di nozioni imparate meccanicamente a memoria.
La conoscenza diretta è una qualità che l’essere umano ha sviluppato poco nell’arco degli anni. È un dono che può essere utilizzato quando siamo presenti a noi stessi: quando abbiamo la percezione di esserci mentre svolgiamo una qualsiasi esperienza. In questo modo l’esperienza vissuta diventa davvero nostra e ci modifica da quel momento in poi, diventando un tesoro che porteremo dentro in eterno.
Il ricordo funziona diversamente ma ha la stessa efficacia e gli stessi risvolti della vera esperienza. Per ricordo si intende il vero ricordare, cioè un’azione che concerne il Cuore, non la mente. È difficilmente spiegabile perché appartiene al mondo delle Intuizioni (il mondo delle idee, l’iperuranio), si attiva per risonanza quando siamo presenti e stiamo veramente ascoltando un’altra persona, leggendo un libro o guardando un quadro.
Facciamo un esempio: qualcuno ci racconta l’esperienza del militare e noi sentiamo una spinta da dentro che ci “accende”, potremmo spiegare ogni minima sensazione che emerge, ogni pensiero o desiderio senza averlo effettivamente vissuto prima, ma lo percepiamo come se l’avessimo vissuto veramente.
Normalmente invece le esperienze che viviamo sono filtrate dalle nostre paure e dai pregiudizi. Questi offuscano la visione di ciò che stiamo realmente vivendo, limitando la nostra percezione ad un’esperienza incompleta: c’è l’oggetto ma manca il soggetto.. noi!
Di solito, quando ci relazioniamo con il prossimo usiamo concetti imparati a memoria che non hanno nulla a che vedere né con la vera conoscenza né con la realtà che viviamo sulla nostra pelle.
Confondiamo continuamente “le opinioni con i fatti” (come dicono in una scena di Inside Out – film di animazione della Pixar), ma nonostante tutto continuiamo a credere che i “nostri” pensieri combacino perfettamente con la realtà; ma la vita – che ci vuole bene – ci farà presto capire quanto ci stiamo sbagliando!
Ciò che accomuna l’esperienza diretta al vero ricordo è che questi non
sentono di dover essere accertati in alcun modo.
È ciò che sentiamo e fa parte di noi, ma non ci verrebbe mai in mente di convincere qualcuno che stiamo sentendo qualcosa. Al massimo, per un moto di cuore, diamo semplice testimonianza di ciò che normalmente viviamo.
Tutto ciò accade per via della poca attenzione che diamo a noi stessi, siamo più impegnati a dare le nostre attenzioni agli eventi esterni che all’interno di noi; possiamo quindi affermare che siamo sempre fuori di noi!
Nell’ambiente pseudo-spirituale questo fraintendimento è portato all’estremo, si parla incessantemente di leggi esoteriche, pratiche spirituali, si afferma fermamente che “il caso non esiste” e che “l’esterno è tutto una parte di me” senza avere la minima percezione di quello che si sta dicendo (esperienza diretta), ma ripetendo meccanicamente solo l’ennesima lezioncina appiccicata nel nostro cervello.
Fin da piccoli siamo stati abituati ad imparare le cose a memoria: la geografia, la storia, le lingue, la scienza, e persino la poesia. A s-culo-la abbiamo appreso l’importanza della mente razionale e l’abbiamo portata al limite già dalla tenera età con interrogazioni, temi, verifiche e esami. Un individuo che fin da piccolo impara a memoria la poesia, come si può rapportare con sé stesso e con gli altri in età adulta?
Ovviamente l’uomo medio ripeterà a memoria gli stessi programmi imparati da piccolo modificandone l’intensità e cambiandone il colore, così da confonderli con esperienze nuove!
Ed ecco, infine, il mezz’uomo mai fatto e mai finito, colui che non è mai stato veramente bambino e che non sarà mai un vero adulto. Colui e colei che possono dire qualunque cosa, tanto non ne hanno la minima coscienza!
Non sto additando il sistema educativo (anche se personalmente l’ho sempre considerato giurassico), spiego solo quanto più comunemente avviene all’essere umano.
Questo ovviamente non esula il vero individuo a Lavorare su di sé, apprendere questo meccanismo e cominciare ad osservarlo. Ci basta fare quello che l’essere um-ano sembra non voglia proprio fare: accorgersi quando ripete uno schema e godersi il meccanismo fino in fondo.
Diamoci la possibilità di sperimentare sulla nostra carne ciò che abbiamo letto, sentito dire o studiato.
La credenza cieca non ha mai aiutato nessuno, ha sempre creato confusione e fortificato dogmi – che siano essi religiosi, politici, psicologici o spirituali – rendendoli granitici e lasciandoci poca possibilità di sentire quello che al nostro interno siamo.
Solo i polli vogliono cambiare qualcosa che non sopportano di sé per riempirsi la bocca di credenze inconsistenti!
PROGETTO
Da giugno 2020 centinaia di persone che lavorano su di sé, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si stanno organizzando e strutturando per creare la Società del Domani. Non per scontro né per conflitto, ma per amore del Nuovo.
Il Progetto si chiama La Comunità del Futuro
Per saperne di più visita il sito: www.lacomunitadelfuturo.it
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2 commenti su “La Conoscenza, il ricordo e la ripetizione”
Ciao Fabio. Voglio farti i complimenti per il blog (contenuti di valore, immagini bellissime ecc…) e sopratutto per questo articolo che mi è piaciuto molto. Personalmente mi piacerebbe potermi iscrivere alla newsletter, secondo me è l’unica cosa che manca al sito.
Ciao Danilo, perdona l’anticipo nel rispondere.
Ti ringrazio per i consigli utili, provvederò appena riesco ad aggiungere una newsletter in cui aggiungo anche gli appuntamenti più importanti da segnalare.
Grazie ancora!
F