Testimoniare il Futuro restando saldi nell'Adesso

Conclusione della Comunità del Futuro

Dopo più di due anni dalla chiusura del progetto chiamato “La Comunità del Futuro”, scrivo questo articolo per onorare ciò che è stato compiuto e, contemporaneamente, fare spazio al Nuovo che avanza, concludendo ogni rapporto disarmonico e mettendo fine alle aspettative e ai fraintendimenti che ancora oggi aleggiano nei confronti dell’ex Comunità e nei confronti miei.

 

Voglio partire riassumendo l’operato della Comunità dagli albori fino a oggi.

 

È iniziato tutto il 6 giugno 2020, quando un amico – che tuttora mi aiuta nell’organizzare i Corsi di Risveglio – mi chiese di condurre un seminario sulle comunità, dal punto di vista evolutivo e del lavoro su di sé.

In quell’occasione, tra i partecipanti si è creato un profondo collegamento che le persone hanno mantenuto nei mesi successivi, creando gruppi autonomi in contatto tra loro.

 

Per supportare e nutrire questa bellissima iniziativa, ho definito – grazie alle indicazioni presenti nei testi dell’Agni Yoga – i principi fondamentali che, da lì in avanti, hanno sempre accompagnato il progetto, mentre si svolgevano i primi incontri tra coloro che, successivamente, sarebbero divenuti i membri dei primi gruppi locali.

 

Dopo il secondo seminario dedicato alla “Comunità”, si è sentita l’esigenza di strutturare meglio il progetto, dandogli una forma chiara e ben organizzata. Da qui sono nati i gruppi locali, i gruppi-talenti e tutti i responsabili annessi. Lo scopo di questi gruppi è sempre stato quello di trarre ispirazione dal Futuro, ognuno con le proprie capacità, in modo da “captare” ciò che potrebbe servire nel prossimo futuro, chi dovrebbe farlo e anche in che modo. La Vita ha richiesto una certa organizzazione e tutti abbiamo fatto del nostro meglio per attuarla.

 

A un certo punto della cooperazione, si è reso necessario rendere obbligatoria la partecipazione ai Corsi di Risveglio, proprio per cooperare al meglio ed essere tutti sempre più in linea con i principi e con il progetto stesso. Nel frattempo, i gruppi diventavano sempre più autonomi e iniziavano a portare a termine piccoli o grandi obiettivi, come per esempio la creazione di un social tutto nostro, l’organizzazione di visite ad altre comunità o l’affitto di una sede propria, autofinanziata.

 

Da questo momento la Comunità ha assunto una forma molto più solida e compatta, che ha permesso la realizzazione di molti aiuti donati sia all’interno che all’esterno del macro-gruppo: creazione e condivisione di documenti importanti, inizio di progetti dedicati al Futuro (la scuola, l’arte, la terapia), collaborazioni tra interni ed esterni alla Comunità, creazione di un’associazione chiamata LCDF e molto altro.

 

Più la cooperazione si approfondiva, più emergevano le dinamiche e i meccanismi propri del lavoro di gruppo. Questo è assolutamente normale, soprattutto per chi ha scelto di svolgere un sacro lavoro su di sé. Per giunta, dovevamo tutti ispirarci e prendere spunto dal Futuro, e questo – per quanto possa essere meraviglioso – non ha affatto agevolato, ve l’assicuro!

 

Dato che ci è stata richiesta una cooperazione più concreta, che avrebbe coinvolto molte più persone e avrebbe dato vita a molti progetti – come la comunità fisica o l’organizzazione di un nuovo tipo di scuola –, la Vita ci ha portati ad approfondire il nostro personale lavoro interiore. La richiesta più profonda che ci è stata fatta è stata quella di sciogliere certe parti molto grezze delle nostre personalità, in modo da lasciare spazio al puro servizio e alla preparazione di ciò che serviva compiere. In questa delicatissima fase, tutto ciò che negli anni passati non era emerso si è mostrato in tutta la sua profondità, sia all’interno dei vari gruppi, sia soprattutto all’interno dell’ex consiglio direttivo.

 

Tutto questo è naturale, poiché coloro che hanno scelto di dedicarsi alla “Sacra Opera di Risveglio alla propria Anima” sanno perfettamente che viene loro richiesto TUTTO l’impegno di cui dispongono, non un briciolo di meno.

Tuttavia, certe dinamiche e certe tendenze si sono dimostrate insormontabili e pian piano hanno preso molto spazio all’interno dei vari gruppi, inficiando l’operato richiesto dal progetto stesso. A un certo punto dell’espansione e della manifestazione di certi attriti, è stato impossibile proseguire.

Il progetto Comunità necessitava di una svolta: o una profonda restaurazione o la sua totale dissoluzione. In mancanza di ispirazione e di indicazioni chiare su come si potesse proseguire, ho deciso di portare a conclusione il progetto della Comunità del Futuro.

 

Molto probabilmente ho sbagliato a non dichiarare concluso il progetto “Comunità” quando, il 18 aprile 2023, si è svolta l’ultima riunione nazionale. In verità, in cuor mio ho sempre sentito che è un progetto eterno e che va ben oltre quello che noi tutti possiamo vedere con gli occhi. Ciò non toglie che avrei dovuto essere più incisivo e concludere sin da subito ciò che necessitava di una conclusione, invece di “metterlo in pausa” fino a data da definirsi.

C’è chi mi ha detto che eravamo in troppi e che un progetto del genere andava portato avanti da “poche e inarrestabili” persone, e probabilmente aveva ragione.

 

Tornassi indietro, rifarei tutto ciò che ho fatto, perché ciò che mi ha condotto a guidare la Comunità del Futuro – e che ho sempre sentito fosse il VERO SCOPO del progetto – era quello di radunare il maggior numero di persone possibile per migliorare la qualità e la portata del loro operato, grazie alla cooperazione di gruppo, in modo da poter essere meglio utilizzati dal proprio Maestro d’appartenenza. È solo in questo modo che possiamo davvero realizzare il Futuro nel Qui-e-Ora e dare vita ad una Nuova Società.

 

Quello che è stato creato durante l’esistenza della Comunità del Futuro è per me davvero inspiegabile. Un miracolo!

Centinaia di persone che, con i loro limiti e i loro miasmi, hanno trovato il modo di cooperare sforzandosi di ricordarsi di sé stesse. Questo È il risultato, non un andamento, ed è qualcosa di immortale, che farà parte di ognuno di noi per sempre, anche dopo la morte di questo apparato psicofisico.

Dunque, dal mio punto di vista la Comunità del Futuro è stata un successo!

 

Avremmo potuto fare di meglio? Non lo so.

So solo che, per quanto se ne dica, la bellezza e i successi hanno superato di gran lunga le calunnie e gli scontenti, anche se questi ultimi ovviamente fanno più rumore (…solo nella Terra!).

 

Ci sono persone che tuttora – dopo ben più di due anni dalla chiusura della Comunità… – mi considerano un manipolatore, un fascinatore e un approfittatore.

Persone che, al solo sentire il mio nome, si arrabbiano o si rattristano perché non ho soddisfatto le loro aspettative. Ma come si può avere una qualsiasi aspettativa quando si impara dal Futuro?

Non ho mai negato la mia incompetenza, dal primo incontro fino a dopo l’ultima riunione, poiché nessuno può essere un esperto del Futuro. Si può solo fare il meglio con quello che si ha a disposizione e sono serenissimo nel dire che ho sempre dato il massimo, in ogni occasione.

 

Alcuni hanno ipotizzato che abbia utilizzato le risorse della cassa nazionale a mio vantaggio. A tal proposito, vi aggiorno sul fatto che, proprio oggi, tutto ciò che rimaneva delle risorse è stato interamente donato per la creazione di una nuova scuola di eccellenza proprio qui in Italia, andando così a compiere il proprio scopo.

In questo modo è stato onorato al meglio l’intento delle persone che hanno donato tali risorse e si è concluso anche questo passaggio.

 

In conclusione, riconsegno a tutte le persone che sentono ancora oggi un certo attrito nei miei confronti lo specchio che hanno addossato a me, in modo che si guardino bene dentro e trovino il modo di riacquisire la loro completa responsabilità.

Probabilmente qualcuno si sarà sentito deluso o ferito mentre svolgevo ciò che dovevo, se così fosse sappiate che non è stato fatto intenzionalmente. Non posso e non pretendo di essere perfetto, ma il mio miglioramento si basa sulla linea del Servizio e non sui piaceri altrui. Devo fare ciò che serve e non ciò che piace.

 

Dichiaro dunque conclusa la meravigliosa esperienza della Comunità del Futuro.

Grazie di cuore ad ognuno di voi, è stato davvero bello!

Che possiate trarre ispirazione da ogni insuccesso e successo della vita, senza mai perdere il contatto con le vostre più intime responsabilità.

E adesso… spazio al Nuovo!

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Erica

Bellissima lettera chiarificatrice anche se in cuor mio ho sempre apprezzato ciò che è stato fatto, tanti granelli di sabbia formano una spiaggia, questa spiaggia splenderà sotto il sole futuro.

Luca Cascone

Grazie di questo articolo, in cui mi ritrovo per molte parti e su molto di ciò che vi è espresso.
L’esperienza della CDF è stata formativa in molti sensi, e sicuramente ha lasciato molte indicazioni su come e in che direzione lavorate per andare verso il futuro, ognuno sul proprio sentiero, cercando di costruire la Comunità che ancora non c’è.

Proprio in questo senso, per me resta fondamentale un punto: ciò che scrivi riguardo alle aspettative e alle proiezioni “dal basso verso l’alto” (consentimi l’espressione impropria) è sacrosanto, ma sussiste anche un meccanismo contrario, “dall’alto verso il basso”, che è stato altrettanto interessante da osservare.
Nessuno che si ancori ai principi del lavoro ti (in quanto Leader) e vi (jn quanto Consiglio) avrebbe mai chiesto di essere perfetti o privi di inciampi. Ciò che personalmente ho testimoniato molte (troppe) volte, però, è stata la mancanza di una chiara e onesta presa di responsabilità rispetto alle (normalissime) falle di ognuno e del meccanismo stesso. Non all’interno, cosa che sono certo sia avvenuta, ma anche verso la comunità: questo passaggio è mancato, come manca in questo articolo conclusivo.

Come hai giustamente sottolineato, dire che è normale avere aspettative o proiezioni non esula dal prendersene la responsabilità, esattamente come dire che è normale essere incompetenti sul Futuro (verissimo) non esula dal prendersi la responsabilità dei normali errori fatti. Piena, onesta, senza scuse, e senza scudi.
Sono convintissimo che questo sia stato fatto da parte tua interiormente, e forse anche con persone vicine, ma onestamente io l’ho visto mancare in diversi atteggiamenti verso la comunità.

Che sia un ottimo spunto di lavoro su di me, poi, non ci piove! Quindi in ultimo ringrazio per l’esperienza fatta insieme, e buona continuazione del cammino.

Luca (ex gruppo Emilia-Romagna-Marche)