Il senso di Colpa
Tutti abbiamo una qualche forma di senso di colpa, in capienza e intensità diverse.
Chi dice di non avere sensi di colpa può essere collocato su tre piani diversi di coscienza:
- o è un’anima bambina, così impacciata ma pura, che con la sua scarsa sensibilità nel provare empatia non è ancora arrivata a sentire il senso di colpa;
- o è un’anima adolescente, che per fervore ribelle si crede già adulta e dice di non avere sensi di colpa, pur di non ammettere a se stessa (o agli altri) di averne;
- o è un’anima adulta, che con la sua profonda esperienza e levatura spirituale, ha trasceso il piano emotivo e mentale, e non è più soggetta a lacrime.
Tutti abbiamo una qualche forma di senso di colpa, in capienza e intensità diverse.
Chi dice di non avere sensi di colpa può essere collocato su tre piani diversi di coscienza:
- o è un’anima bambina, così impacciata ma pura, che con la sua scarsa sensibilità nel provare empatia non è ancora arrivata a sentire il senso di colpa;
- o è un’anima adolescente, che per fervore ribelle si crede già adulta e dice di non avere sensi di colpa, pur di non ammettere a se stessa (o agli altri) di averne;
- o è un’anima adulta, che con la sua profonda esperienza e levatura spirituale, ha trasceso il piano emotivo e mentale, e non è più soggetta a lacrime.
La prima tipologia di coscienza è detta “indifferente” o “sconsiderata”. Colui e colei che possono subire di tutto e fare di tutto alle persone, con la leggerezza di un ingenuo, ma non sentendo alcunché al proprio interno. Poiché stanno solo incominciando a prendere contatto e sviluppare il piano emotivo, saranno sicuramente più grossolane e non possono avere una certa sensibilità, proprio perché non lo hanno ancora costruito: per provare un’emozione, l’uomo deve avere la capacità di sentire.
La seconda tipologia è quella in cui la maggior parte della popolazione dimora, ovvero quella dei repressi: coloro che apparentemente non sentono il senso di colpa (perché non ne sono coscienti) ma che, quando vengono chiamati a giudizio, gli fa da padrone comandandoli e distruggendoli da dentro. Queste anime vivono una compensazione esatta: tanto non hanno sentito il senso di colpa prima, tanto lo sentiranno dopo; provando occasionalmente picchi altissimi di colpa/dolore.
La terza tipologia appartiene ai Maestri, coloro che hanno trasceso i piani inferiori che compongono il mondo della materia (fisico, eterico, astrale\sessuale, mentale). Essendoci passati più volte attraverso ed avendo una Grande esperienza in essa, si sono guadagnati il diritto di Servire e, per amore del Piano, si sono meritati l’accesso alla Dimora Eterna (la Monade, lo Spirito, la Casa del Padre). Per intenderci, coloro che non hanno bisogno – a parte qualche mirata eccezione – di nascere da una madre, poiché perfettamente in grado di mettere insieme tutti gli atomi che gli servono per crearsi un involucro che gli permetta di agire sul piano terreno. Loro effettivamente non possono sentire ‘i sensi di colpa’, anche perché vivono nella costante realizzazione della Divina Perfezione.
Ovviamente in mezzo a tutte queste categorie c’è chi sente e ammette di avere sensi di colpa, più o meno grandi.
Ma che cos’è ‘il senso di colpa’?
Sicuramente è caratterizzato dal rimpianto e dal rimorso: per esempio rimpiangere di aver fatto qualcosa che non si doveva fare, oppure il rimorso per non aver fatto qualcosa di importante.
Il ‘senso di colpa’ è una sottile postura del corpo astrale (corpo delle emozioni) che trascina la coscienza della persona nei meandri del passato, facendogli rivivere il dolore fatto o subito in quel frangente, ma con un’intensità maggiore, dovuta alla consapevolezza di aver procurato o ricevuto del ‘male’.
Esiste anche un’altra forma di ‘senso di colpa’, dovuta alla consapevolezza di dover fare qualcosa: compiere una scelta o modificare un proprio comportamento attuale. Questa “forma” procura dolore nell’attimo contingente in cui viene in mente la ‘mancata decisione’, ma proietta la persona nel futuro: “se solo avessi il coraggio di ……… , cambierebbe tutto. Allora sì che starei meglio!”
Ma, al buon ricercatore, questo non basta.
Infatti, per quanto per alcuni questa analisi possa risultare utile, non è che l’effetto di un fatto importantissimo che si verifica alla base:
la mancata dimestichezza nel Re-Stare nel Presente.
Essendo identificati con una macchina biologica, la maggior parte degli esseri umani è costretta ad essere proiettata nel passato o nel futuro. Questa ‘costrizione’ è dovuta all’identificazione con i propri corpi (fisico, astrale/sessuale e, in particolare, con il corpo mentale), i quali sono obbligati a gettarsi continuamente nel passato e nel futuro, non rimanendo mai ancorati nell’Adesso. Perpetuando questa oscillazione all’infinito, la personalità si garantisce il nutrimento necessario per continuare ad auto-sostenersi, poiché, questo movimento continuo, le garantisce l’energia necessaria per continuare a sopravvivere e non sprofondare mai nel Qui-e-Ora.
L’Adesso, per la personalità, è atrocemente rivelatore, poiché la costringe a rivelare la sua relativa e impermanente natura. L’attaccamento ai sensi di colpa, invece, garantiscono lunga vita all’inconsistente esistenza di ciò che viene chiamato ego.
Tutto ciò che prima o poi troverà una fine, avrà sempre paura di arrivare al suo traguardo, quindi farà di tutto per combattere ed allontanare questa sensazione di ‘fine’, anche farci attaccare ai più vari sensi di colpa.
In altre parole: più si è attaccati ai sensi di colpa, più si crede che siano reali e siano davvero importanti, e più è sintomo di identificazione con i propri corpi e con l’intera personalità.
Ma qual è l’utilità evolutiva del senso di colpa?
Dal punto di vista dell’anima, il ‘senso di colpa’, è il modo in cui costringe la personalità ad andare avanti nel cammino evolutivo.
Immaginate non esistesse questo ‘senso di colpa’… tutti sarebbero giustificati a fare tutto, ma senza mai nessuna miglioria da parte di nessuno.
Il senso di colpa, per l’anima, è il monito al miglioramento, lo stimolo alla continua raffinazione.
Non è infatti sbagliato di per sé provare i sensi di colpa, ma se non utilizzati per sprofondare nel Momento Presente e per Sensibilizzarci, spronandoci nel migliorare la nostra gestione dei corpi, a lungo andare diventano un labirinto dal quale è impossibile uscire.
Quando ci rendiamo conto che proviamo un qualsiasi senso di colpa, oltre che attivare l’Osservatore imparziale e a non lamentarci, possiamo utilizzare questo triplice atteggiamento:
- Se posso modificare o migliorare il mio atteggiamento, lo modifico, così da non dover più riprovare questo senso di colpa;
- se posso allontanarmi da questo senso di colpa, poiché verifico che nasce da qualcosa di inconsistente, me ne allontano, in modo da non provarlo più;
- Se non posso modificare o allontanare questo senso di colpa, perché realizzo di non poterci fare nulla, STO in ciò che sento ADESSO, senza cercare nessun appiglio o via di fuga, ma dimorando nel Presente.
Si dice che il passato non si possa cambiare, ma possiamo fare di tutto per cambiare il nostro Stato di Coscienza mentre il passato – o il futuro – viene a farci visita.
PROGETTO
Da giugno 2020 centinaia di persone che lavorano su di sé, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si stanno organizzando e strutturando per creare la Società del Domani. Non per scontro né per conflitto, ma per amore del Nuovo.
Il Progetto si chiama La Comunità del Futuro
Per saperne di più visita il sito: www.lacomunitadelfuturo.it
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